lunedì 21 ottobre 2013

La via del Tè

"Secondo la leggenda, il principe indiano Bodhidharma, giunto in Cina per insegnare i precetti del buddismo, aveva fatto il solenne giuramento di non dormire per sette anni. In preda alla vergogna per essersi addormentato, si tagliò le palpebre e le seppellì sotto terra: fu così che spuntò la prima piantina" 
da Gilles Brochard, Il cofanetto del tè, L'Ippocampo

Metti una mattina di primo autunno, le foglie che iniziano ad imbrunirsi, un Orto Botanico, una mostra dedicata al Tè, o meglio, "Attorno al Tè"
Lo sapevate che i cinesi pensano che il Tè sia l'essenza delle montagne? Che il Tè più pregiato è quello che viene raccolto tre volte all'anno nelle piantagioni del Darjeeling, sull'Himalaya? Dicono sia lo Champagne del Tè! 
Questo e molto altro ho imparato nella bellissima e curatissima mostra allestita presso l'Orto Botanico di Bologna dal 23 settembre al 12 ottobre 2013. Un percorso sensoriale, una galleria fotografica, alcune piantine di Camelia Sinensis (l'arbusto sempre verde dal quale si ricavano le foglie e i germogli per la bevanda), libri, storie dal sapore esotico, degustazioni e un workshop per raccontare la storia di una pianta che è molto più di un vegetale dalle proprietà benefiche. Attorno al Tè si sono infatti evolute le più grandi civiltà dell'oriente e un cerimoniale che, in Giappone, è quasi più un rituale volto al raggiungimento della perfezione Zen. 



Ad arricchire la mostra le delicatissime, poetiche e vitali tavole della giovane illustratrice giapponese Ayumi Kudo che attraverso semplici gesti - precisi e leggeri come quelli di una raccoglitrice di tè - parole (poche), composizioni naturali e un segno essenziale, ha saputo regalarci uno sguardo rinnovato sul mondo e sul quotidiano.


Foglia di Ginkgo Biloba

Tempo di Tè. Tempo di Me. Tavole di Ayumi Kudo
"Divertiamo Autunno" di Ayumi Kudo
Ayumi Kudo ed Elena Rambaldi (Giannino Stoppani)
Il pranzo scappa via

Se vi siete persi la mostra potete ancora consultare il blog e visitare la vostra sala da tè preferita per un lungo sorso ristoratore e stimolante.
A presto!



lunedì 1 luglio 2013

Gabriella, folletto del Casoncello

A Scascoli, un piccolo borgo a pochi chilometri da Bologna, vive Gabriella: insegnante, narratrice di fiabe, giardiniera. Da molto tempo si dedica con passione e impegno alla cura del suo delizioso e insolito giardino. Ha composto il suo poema alla natura, concedendosi qualche “licenza”, rischiando, sperimentando, infrangendo regole, scegliendo il proprio lessico famigliare. Senza usare tubetti e pennelli, bensì materiale vivo a profusione, mani nude e zappa, come un pittore ha dipinto il suo quadro: vibrante, mutevole, sensibile, avvolgente, come un’opera impressionista. Ha delimitato le aree, delineato i sentieri, scelto i colori, le forme, gli accostamenti; lasciando poi alla natura il compito di amalgamare, mescolare, sorprendere, giorno dopo giorno.


Trent’anni di abbandono erano serviti a far crescere un caos vegetale, la giungla che trovai al mio arrivo; oggi in tanti anni di lavoro, ricreando un diverso equilibrio, sono riuscita a trasformare quel caos in un a nuova giungla, intricata e selvaggia, ma fiorita e docile alla presenza umana, ricca di infinite varietà di piante, affascinante e amica. 
Gabriella



Gabriella, insieme al marito Lucio, superlativo fumettista e generoso insegnate di disegno,  ha aperto il suo giardino e la sua casa a tanti amici, giardinieri esperti e dilettanti, viandanti e curiosi. Il Casoncello, già da molti anni, non è più solo un magnifico giardino segreto ma una meta irrinunciabile per tutti coloro che amano uno stile di vita discreto e sostenibile, fatto di amore e rispetto per il mondo naturale. In un estremo gesto di generosità Gabriella e Lucio hanno dato vita nel 2012 ad una Fondazione, affinché il giardino diventasse patrimonio di tutti e non più di un singolo, per garantire continuità nel tempo ai Giardini, affidandoli a chi, consapevole del grande valore di quel luogo, ne diventasse a sua volta amorevole custode. 


Sono convinta  che per il giardino sia come per gli interni di un’abitazione: è più accogliente e  piacevole se si sono formati poco alla volta, portando l’impronta di chi vi abita. Io so che il mio giardino è così, a mia immagine, proprio perché è cresciuto lentamente. [...] Ho interiorizzato ogni suo spazio e conosco intimamente ogni mia pianta per averla trovata o scelta e affidata alla terra: è come se, di volta in volta, mi fossi fatta foglia, fiore, cespuglio.

Maria Gabriella Buccioli, I giardini venuti dal vento. 
Come ho costruito il mio giardino “secondo natura”, Pendragon.





Per conoscere meglio Gabriella e i giardini potete anche leggere i suoi libri, piacevoli e ricchi di aneddoti e nozioni botaniche, e guardare il bellissimo documentario che le è stato dedicato e di cui avete qui un assaggio. 
Per tutte le informazioni e per visitare il Casoncello consultate il sito


sabato 22 giugno 2013

Insegnare il verde

Pensare che l’innovazione sia nascosta da qualche parte nel futuro a volte è un’ipotesi fuorviante, questo sembra dirci la mostra Insegnare il verde dedicata a Pierina Boranga allestita dal 23 marzo al 20 aprile presso l’Orto Botanico dell’Università di Bologna in collaborazione con la Cooperativa Culturale Giannino Stoppani in occasione di Fieri di leggere 2013 all’interno del progetto Childhood and Nature.
Pierina Boranga è stata una maestra, una maestra che ha incentrato il suo progetto pedagogico sul mondo naturale. Pierina pensava che i bambini a scuola avessero bisogno di confrontarsi continuamente con l’ambiente ecologico, di uscire dalle classi e sperimentarsi nel contatto con la natura e nell’osservazione scientifica.
A tal proposito Pierina Boranga ha scritto alcuni saggi scientifici per ragazzi sulle piante spontanee La natura e il fanciullaLa strada e Le siepi e numerosi testi narrativiAvventure nel boscoAvventure nell’ortoAvventure nel pratoAvventure nello stagno eAvventure nei campi, al fine di indirizzare l’attenzione dei ragazzi agli ambienti naturali presenti nel loro territorio.
Ma Pierina Boranga non è stato solo una maestra o un autrice, è stata anche una direttrice didattica e come direttrice ha fondato la scuola sperimentale Gabelli nel 1934 a Belluno. Una scuola «che abbia un po’ della villa di campagna, che si discosti quanto più possibile dal modello degli edifici tradizionali con le finestre alte e strette allineate in monotona successione; una scuola che si veda e non si veda, mezzo nascosta dalle piante, con un bel giardino davanti, qualche tratto di prato e uno zampillo d’acqua in una vasca. Il bambino venendo a scuola, varcato il cancello, incontra subito, oltre i compagni, altri graditi amici: i fiori, le piante, gli uccelli e, se nelle aule i davanzali non saranno alti, tutto questo egli potrà goderlo ancora avvicinandosi alle finestre. […] Nella futura nostra scuola rinnovata ciascuna dimensione avrebbe trovato possibilità di regolare sviluppo mediante i requisiti che offriva, anche in virtù del metodo d’insegnamento da noi adottato: un edificio sano, un orario a misura dello scolaro, una moltitudine di sollecitazioni al lavoro di scuola.»
P. Boranga, La lunga memoria, Ed. Nuovi sentieri, Belluno 1982, p.79
Con questa mostra si è voluto riportare alla memoria una figura di spicco della scuola italiana attraverso una raccolta bibliografia delle sue opere, di fotografie e testimonianze della scuola Gabelli e una serie di visite guidate, condotte da Annalisa Managlia (conservatrice dell’erbario presso l’Università degli Studi di Bologna) all’interno dell’orto botanico, dedicate ai temi cari a Pierina Boranga.
Durante le visite ci siamo soffermati non sui monumentali e meravigliosi alberi presenti all’interno dell’Orto Botanico, bensì sulle specie più comuni, le piccole piante che crescono anche nelle nostre siepi, nei nostri muri, sulle nostre strade (Stellaria, Parietaria, Cimbalaria Muralis, Sedum, Milzadella) che hanno sviluppato delle incredibili strategie di adattamento e sopravvivenza. Attraverso lo sguardo esperto di Annalisa queste semplici piante sono diventate ai nostri occhi testimoni di un grande atto di resistenza e ci hanno dimostrato con la loro strategica tenacia che si può resistere per portare avanti il proprio pensiero anche là dove sembra non ci sia abbastanza terra per fiorire.  
Alle visite guidate abbiamo abbinato alcuni albi illustrati e brani tratti da classici per l’infanzia dove il paesaggio e la natura diventano protagonisti della pagina scritta e illustrata.
Abbiamo letto insieme:
E poi… è primavera, di Julie Fogliano, illustratto da Erin E. Stead, ed. Babalibri;
Gli Uccelli, di Germano Zullo, illustrato da Albertine, Topipittori;
L’evoluzione di Calpurnia, di Jacqueline Kelly, Salani Editore;
La mia famiglia e altri animali, di Gerald Durrell, ed. Adelphi;
Kubbe fa un museo, testi e illustrazioni di Ashild Kanstad Johnsen.
Vera

giovedì 20 giugno 2013

Radice-Labirinto, una nuova libreria per l'infanzia a Carpi (Mo)

Avrei voluto già da qualche tempo dedicare un post a Radice-labirinto, la nuovissima libreria per l’infanzia che dal 16 marzo 2013 ha aperto le porte nella città di Carpi (Mo). Una libreria che è anche giardino segreto, dove bambini e genitori sono invitati a passeggiare e perdersi, tra le pagine di bellissimi albi illustrati sapientemente selezionati da Alessia e Dario. Tra gli scaffali di legno profumato germogliano piante, scorre l’acqua, fioriscono idee e crescono nuovi lettori. Perché l’amore per le parole e la lettura deve essere coltivato!
In una recente intervista a cura di Agata Diakoviez, per l’Associazione Librerie Indipendenti Ragazzi, Alessia parla della sua libreria paragonandola ad un orto.
Un orto può essere di tanti tipi, a noi piace quello del nonno, rigoroso e al tempo stesso pieno di fiori, colori, profumi e di erbe portate dal vento. Un orto senza troppe pretese, ma che nutre perché produce verdure e frutti in abbondanza per la tavola di tutta la famiglia.
Ecco: la libreria per noi è anche un orto, dove ognuno può venire a coltivare il suo pezzetto di terra, la sua intelligenza; dove tutte le conquiste sono costate un po’ di sudore buono, perché ci vuole attenzione con i libri e pazienza e amore. L’amore di una mamma o di un papà che prendono in mano un libro la sera, prima che il loro bambino si addormenti e che leggono o raccontano seguendo le figure. L’amore di una maestra che cerca i frutti migliori per nutrire la mente dei suoi allievi. L’amore di una città, quella di Carpi, che, a partire dalla sua bella biblioteca, costruisce una rete per sostenere i suoi bambini.

Questo accostamento ricorda l’immagine del poeta ortolano di cui parla Pascoli ne Il Fanciullino e quella del bambino pianta, evocata da Rousseau nell’ Emilio, che ha bisogno di sostegno e cure. Il poeta giardiniere coltiva l’amore per le parole, così come il libraio coltiva il senso della lettura nutrendo, concimando e cercando di soddisfare le richieste, sempre più esigenti, di giovani lettori pianta.


                        Per vedere altre foto dell’inaugurazione e della libreria clicca qui.
Noi di Scintille e Piroette, insieme a tanti amici che operano nel mondo dell’infanzia, e non solo, siamo state felici e orgogliose di aver fatto parte di una grande festa. Questa nuova libreria è un’opportunità non solo per i bambini ma anche per gli adulti, spero tanti, che troveranno sicuramente tra gli scaffali e nei consigli dei librai stimoli per sperimentare sempre nuovi sentieri e nuove strade e assaggiare nuovi gusti.
Proposte di lettura, approfondimenti, prolungamenti che nascono dalla passione, dallo studio e dall’esperienza quotidiana (sì, perché Dario e Alessia, non sono solo librai ma anche papà e mamma di Giulio) li trovate sul curatissimo e utile sito.
Per vedere in dettaglio il programma dei laboratori e di tutte le iniziative della libreria Radice-Labirinto clicca qui.
a presto,
Giulia