sabato 22 giugno 2013

Insegnare il verde

Pensare che l’innovazione sia nascosta da qualche parte nel futuro a volte è un’ipotesi fuorviante, questo sembra dirci la mostra Insegnare il verde dedicata a Pierina Boranga allestita dal 23 marzo al 20 aprile presso l’Orto Botanico dell’Università di Bologna in collaborazione con la Cooperativa Culturale Giannino Stoppani in occasione di Fieri di leggere 2013 all’interno del progetto Childhood and Nature.
Pierina Boranga è stata una maestra, una maestra che ha incentrato il suo progetto pedagogico sul mondo naturale. Pierina pensava che i bambini a scuola avessero bisogno di confrontarsi continuamente con l’ambiente ecologico, di uscire dalle classi e sperimentarsi nel contatto con la natura e nell’osservazione scientifica.
A tal proposito Pierina Boranga ha scritto alcuni saggi scientifici per ragazzi sulle piante spontanee La natura e il fanciullaLa strada e Le siepi e numerosi testi narrativiAvventure nel boscoAvventure nell’ortoAvventure nel pratoAvventure nello stagno eAvventure nei campi, al fine di indirizzare l’attenzione dei ragazzi agli ambienti naturali presenti nel loro territorio.
Ma Pierina Boranga non è stato solo una maestra o un autrice, è stata anche una direttrice didattica e come direttrice ha fondato la scuola sperimentale Gabelli nel 1934 a Belluno. Una scuola «che abbia un po’ della villa di campagna, che si discosti quanto più possibile dal modello degli edifici tradizionali con le finestre alte e strette allineate in monotona successione; una scuola che si veda e non si veda, mezzo nascosta dalle piante, con un bel giardino davanti, qualche tratto di prato e uno zampillo d’acqua in una vasca. Il bambino venendo a scuola, varcato il cancello, incontra subito, oltre i compagni, altri graditi amici: i fiori, le piante, gli uccelli e, se nelle aule i davanzali non saranno alti, tutto questo egli potrà goderlo ancora avvicinandosi alle finestre. […] Nella futura nostra scuola rinnovata ciascuna dimensione avrebbe trovato possibilità di regolare sviluppo mediante i requisiti che offriva, anche in virtù del metodo d’insegnamento da noi adottato: un edificio sano, un orario a misura dello scolaro, una moltitudine di sollecitazioni al lavoro di scuola.»
P. Boranga, La lunga memoria, Ed. Nuovi sentieri, Belluno 1982, p.79
Con questa mostra si è voluto riportare alla memoria una figura di spicco della scuola italiana attraverso una raccolta bibliografia delle sue opere, di fotografie e testimonianze della scuola Gabelli e una serie di visite guidate, condotte da Annalisa Managlia (conservatrice dell’erbario presso l’Università degli Studi di Bologna) all’interno dell’orto botanico, dedicate ai temi cari a Pierina Boranga.
Durante le visite ci siamo soffermati non sui monumentali e meravigliosi alberi presenti all’interno dell’Orto Botanico, bensì sulle specie più comuni, le piccole piante che crescono anche nelle nostre siepi, nei nostri muri, sulle nostre strade (Stellaria, Parietaria, Cimbalaria Muralis, Sedum, Milzadella) che hanno sviluppato delle incredibili strategie di adattamento e sopravvivenza. Attraverso lo sguardo esperto di Annalisa queste semplici piante sono diventate ai nostri occhi testimoni di un grande atto di resistenza e ci hanno dimostrato con la loro strategica tenacia che si può resistere per portare avanti il proprio pensiero anche là dove sembra non ci sia abbastanza terra per fiorire.  
Alle visite guidate abbiamo abbinato alcuni albi illustrati e brani tratti da classici per l’infanzia dove il paesaggio e la natura diventano protagonisti della pagina scritta e illustrata.
Abbiamo letto insieme:
E poi… è primavera, di Julie Fogliano, illustratto da Erin E. Stead, ed. Babalibri;
Gli Uccelli, di Germano Zullo, illustrato da Albertine, Topipittori;
L’evoluzione di Calpurnia, di Jacqueline Kelly, Salani Editore;
La mia famiglia e altri animali, di Gerald Durrell, ed. Adelphi;
Kubbe fa un museo, testi e illustrazioni di Ashild Kanstad Johnsen.
Vera

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